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4 dicembre 2023 / eporex

BASE CAMP ORIZABA MT. 4.274

Non sempre tutto è un successo, a volte ci si ritira.

Di questa salita non debbo scrivere molto.

Durante la notte precedente alla salita, al bivacco a 4.274 mt., ho avuto il mal di montagna che, dopo un tentativo di gestione in loco da parte di Alfredo (la Guida), mi ha costretto a perdere velocemente quota ed abbandonare la via verso la vetta con una Jeep.

Avevo saturazione all’82% e battiti a 110 a riposo; tremori, bocca sempre secca, respirazione forzata, mal di testa, vomito, e poi più tardi diarrea. Sentire però che ti manca l’aria è la sensazione più ansiogena.

Cosa ho imparato?

Che per una persona che non ha molte occasioni di acclimatarsi prima del viaggio, servono almeno 10 giorni di tour di acclimatamento (i miei 4 giorni sono stati veramente pochi).

Nessuno è riuscito a salire la cima. Oltre a noi c’erano altre cordate, ma le condizioni meteo (fortissimo gelo in quota oltre i 5000 mt.), le hanno costrette a ritirarsi.

Questa è un’altra cosa che avevo sottovalutato: quando parti per le altissime cime, l’arrivo in vetta non è per nulla scontato. Tu puoi esserti allenato tantissimo, puoi avere i migliori materiali, aver anche fatto un ottimale acclimatamento, ma se le condizioni della montagna non sono favorevoli, tutto cade come un castello di carte.

La preparazione è importante ma non garantisce il successo. Non la sento un’attività a cui posso dedicare così tanto tempo e soprattutto che mi diverta. L’alta quota mi ha dato sofferenza, così come ho avuto la possibilità di affrontarla io.

Ma come dico sempre, se prima non provi non puoi saperlo.

1 dicembre 2023 / eporex

La Malinche mt. 4.420

Mettiti comodo perché ripassiamo un po’ di storia. Gli Spagnoli avevano iniziato una guerra contro gli Aztechi per colonizzare il Messico. Erano però in numero molto inferiore rispetto ai nativi. Così si misero in rapporti con gli Tlaxcalteca (oppressi dagli Aztechi e che vedevano di buon occhio una possibile alleanza con gli Spagnoli). Durante un incontro tra i due possibili alleati, furono donate agli Spagnoli alcune ragazze destinate ad essere delle concubine. Una di esse però (Malinelli)aveva imparato alcune lingue e si propose come traduttrice tra i due popoli possibili alleati.

Ecco che La Malinche (Malinelli/Malintzin) ha una posizione duplice e controversa in Messico: da una parte e’ vista come una traditrice che ha cercato solo di proteggere la sua vita; dall’altra è un’eroina perché ha aiutato il Messico a liberarsi dagli Aztechi.

Una donna che si trovò in circostanze difficili a ritagliarsi la sopravvivenza un giorno alla volta.

Amo la sua storia perché ha quella duplicità nella lettura degli eventi che spesso noi dimentichiamo. Forse è stato questo amore che ci ha lasciato salire sulla cumbre de La Malinche. Torniamo quindi ai fatti.

Le previsioni meteo non sono buone. Iniziamo a camminare da 3000 mt di altitudine e mi sento subito un ubriaco. La vista non perfetta, cammino concentrandomi sui passi e sul respiro. Dopo 400 mt di dislivello tutto i ‘parametri’ sembrano tornati normali e inizio a godermi il luogo e la salita. Tratti di percorso molto simili a quelli di casa, al punto che mi viene voglia di percorrerli col il passo che li uso di solito, ma solo provarci senti il cuore e i polmoni che mi dicono : “Weh! Pirla, che fai!!”. Così riprendo il passo muy despacido necessario per muoversi a queste quote con così poco acclimatamento.

Non voglio tediarti di più, siamo saliti e discesi nei tempi che aveva previsto la Guida Alfredo. Ho mangiato tutto quello che avevo nello zaino e bevuto più di 2 litri di acqua per 1400 mt. di dislivello sino a quota 4.420 mt. della cumbre.

Il tempo è stato clemente, poco vento, temperatura molto gradevole e neve soffice (non abbiamo usato i ramponi) che ha aiutato nella salita.

Solo arrivati all’auto ha iniziato a piovere e La Malinche era tutta circondata da nuvoloni neri. Ha proprio voluto lasciarci salire, grazie!

Ora, dopo una doccia calda, sono sotto le coperte in attesa di una lauta cena, pensando a come cavolo riuscirò a fare la prossima?!?!? Considerato che questa salita mi ha abbastanza prosciugato e che quella sull’Orizaba sarà più difficile, con uguale dislivello (1400 mt.) ma partendo da una quota di 1000 mt. più alta (4.274 mt.). Ce la faremo?!

28 novembre 2023 / eporex

Mexico City … a caldo

PART 1

A ciascuno di noi una città trasmette sensazioni e sentimenti diversi. Da come lei è in quel momento e da come siamo predisposti noi. Mexico City la senti vibrare!

Io e Daniele siamo arrivati a Città del Messico con alcune informazioni sulla corruzione, la criminalità e la violenza, che non ci lasciavano tranquilli. Anche le prime informazioni ricevute in loco, la notte d’arrivo, non ci hanno fatto abbassare la guardia.

Al risveglio poi, troviamo una città presidiata dalla polizia e da guardie private; gli edifici al piano terra vedono le vetrine coperte e protette da tavole di legno, barriere o reticolati. Come fossero pronti a subire una guerriglia o una pesante manifestazione cittadina.

Diciamo, che passeggiare per la città con l’ansia di incrociare le persone ‘sbagliate’, guardandoci le spalle, non è una cosa piacevole.

Peccato, perché la città antica è veramente molto bella e reca ancora il sapore coloniale della sua storia. Spero di trovare l’umore giusto e di godermela in modo diverso tra 7 giorni, quando rientreremo qui.

Per il momento non vediamo l’ora di iniziare l’avventura e cominciare il viaggio verso la Malinche ed Orizaba….sperando di recuperare un po’ più di ‘serenità’ nel percorso fuori città (anche se ci hanno già preparato alle presenza di molti militari ben armati sulle strade, vedremo).

PART 2

Me lo dico sempre, ma poi mi lascio influenzare: se non te le vai a cercare, e se sei fortunato di non trovarti al momento sbagliato al posto sbagliato, difficilmente c’è qualcuno nelle città o paesi che è lì che sta aspettando proprio te per farti violenza.

Cosi, uscendo dalla città, fuori dal centro, mi sono accorto di non vedere più le coperture anti-vandalismi nei negozi, uffici, bar, etc.

Intuisco che in centro città si effettuano molte manifestazioni; in particolare in questa epoca sono le femministe che manifestano contro la violenza sulle donne (ricorda qualcosa anche a noi??). Ieri peraltro era la giornata internazionale contro i femminicidi ed anche qui si è manifestato. Con il solito pericolo di infiltrazioni violente, da cui le barricate. Peraltro, mi è stato spiegato che, stanchi di toglierle e metterle in continuazione: sono divenute stabili.

Nelle strade verso Tlaxcala, non ho incontrato militari, ma invece il Messico che mi aspettavo.

Con questo non voglio dire che questo periodo non sia socialmente difficile per il Messico, ma che la realtà è spesso diversa dai condizionamenti che ci riceviamo.

17 novembre 2023 / eporex

Messico: Pico de Orizaba mt. 5.636 – siamo alle solite!

La partenza. È sempre così.

Oscillo dall’euforia, alla preoccupazione.

Dal preparare il minimo indispensabile, all’aggiungere perché “non si sa mai”; dal voglio isolarmi dal mondo, al “ma se succede qualcosa”; dal voler immergermi totalmente nell’azione e nelle emozioni, al “ma è bello condividerle”.

Qualcuno ha avuto l’ardire di dire che l’attesa del piacere è essa stessa piacere. Sarà!

Pico de Orizaba

Tolgo e metto, metto e tolgo. Tanto lo so già: mancherà sicuramente qualcosa e qualcosa neanche uscirà mai dallo zaino. Se poi ti trovi anche a condividere la preparazione ed il viaggio con chi è molto pignolo e pianificatore, rispetto a me, che oramai sarà per l’età sono molto più fatalista, non se ne esce.

Per fortuna tra poche ore sarà tutto finito. Nello zaino ci sarà quel che ci sarà, quello che mancherà non farà altro che dare spazio all’avventura.

Quella di cui ora ho tanto bisogno!

NB. Per foto ed aggiornamenti video segui:

https://instagram.com/too.old.to.eporex?igshid=NzZlODBkYWE4Ng%3D%3D&utm_source=qr

PS. Perché mi infilo in queste situazioni? Il divano è per tutti un bel richiamo. Tuttavia, so che un giorno passato sul divano non è un giorno in più vissuto, ma è un giorno in meno da vivere. Ed esperienze da vivere e cose da sperimentare in questo mondo ce ne sono davvero molte. Per questo mi infilo in queste avventure e scappo dal divano!

Instagram Too Old To
23 giugno 2023 / eporex

Bisogna essere un po’ masochisti

Dopo una notte insonne, eccomi pronto per l’ultima tappa, l’ultima salita, l’ultima discesa interminabile, l’ultima Boccu, l’ultima cima … no, non c’è un ultima cima. Come non c’è un ultima cima? Trovato: faccio, con i due compagni improvvisati, la variante per terminare il GR20 Nord, quella con salita a Monte d’Oru.

Dopo 100 km e 7000 mt di dislivello positivo, serve farla? Forse no.

Comunque si parte. Facciamo tutte le altre ‘ultime’ (esclusa per ora l’ultima interminabile discesa) e si sale alla cima, ovviamente su sfasciumi, detriti e facili passaggi di roccia.

Serviva farla? Si!

La vista è spettacolare sulle tre tappe precedentemente fatte, sulla valle d’arrivo ancora sotto un lenzuolo di nubi (sono le ore 09.00) e siamo sferzati da un vento che non permette di stare in piedi sulla croce di vetta. Ci voleva.

Bene. Ed ora tocca l’ultima infinita discesa. Il vento ci da un ultimo abbraccio per salutarci, lasciandoci poi al sole cocente. E alla solita discesa su saltoni di roccia, detriti e sfasciumi questa volta però sono 1500 metri di dislivello.

Le mente rilassata dall’avventura finita, le gambe che fanno sentire la stanchezza, le notti di dormiveglia, il cibo completamente terminato nello zaino, rendono la discesa infinita.

Dopo 104,500 km e 7850 mt di dislivello positivo (7000 mt D-), sono convinto che per aggiungere una variante faticosa, non prevista e non necessaria, bisogna essere un po’ masochisti.

PS. Cosa scegliereste a questo punto della storia se arrivati a Vizzavona tutti i B&B fossero al completo e la scelta sia tra: euro 9.00 in tenda (ancora!?) o euro 120,00 una camera d’albergo?

Con i soldi risparmiati : omelette alla menta, trota con riso al peperone, tortino caldo di castagna…credo un buon scambio
23 giugno 2023 / eporex

La cresta e la legge dell’attrazione

Dopo la tappa verde, dolce e rilassante di ieri, mi era tornata la voglia di salite, di roccia, di tratti tecnici e panoramici…i miei pensieri tenerli a freno non ci riesco mai !?!

Anche quando sul GR20 penserete che belle quelle creste in lontananza sappiate che poi ve le farà raggiungere. Sembra che la legge dell’attrazione sul GR20 prenda un preciso significato, pensateci quindi quando lo farete, desiderate solo cose belle!

Per chiudere aggiungo che i giorni scorsi, quando c’era vento, aprivo le braccia e gridavo che si dimostrasse più forte. Lo incitavo ad alzare la sua potenza. Ecco, anche su questo punto oggi sono stato accontentato. Sulla Bocca Muzzella non si riusciva a stare in piedi dalla forza e dalle raffiche del vento. Per fortuna, almeno questo, mi ha incitato a proseguire dal Rif. Pietra Piana alla Bergerie l’Onda per la cresta che sapevo sarebbe stata battuta dal vento e non avrei quindi patito la calura. E così è stato.

Pertanto per la legge dell’attrazione, oggi: salitone e discese terribili su sfascioni OK; creste lontanissime poi raggiugne inesorabilmente OK, vento importante da camminare obliqui OK.

Ora però mettiamo le cose in chiaro, domani; salita dolce, discesa dolce, birra fresca ed un letto vero.

PS Giuro che non giudicherò più negativamente i sentieri delle Dolomiti.

NB Oggi ho visto le stelle alpine senza ‘pelo‘, anche loro non sopportano più il caldo.

20 giugno 2023 / eporex

La strategia ha funzionato?

Cosa fare per combattere il caldo (oggi e domani è previsto ancora più intenso)? E come stare un po’ da solo senza compagni ed incontri vari? Partenza all’alba.

Ha funzionato? No!

Anche se sono partito all’alba, già alle 5’30 del mattino ero in costume da bagno e canotta a camminare in mezzo al bosco con già un ‘viandante’ dietro di me. A cui via via se ne aggiungevano altri. Sino al lago, dove ho iniziato ad incontrare anche chi veniva da Sud.

La parte più bella della tappa è stata appunto arrivare al Lago di Nino, in un orario ancora non molto affollato. Dopo giorni e giorni di pietraie, vedere acqua profondamente blu su sfondo di verde intenso ha rilassato l’anima. Cavalli allo stato brado, di cui molti sdraiati a terra, erano un chiaro invito: 30’ di ‘meditazione’. Durante i quali un avvoltoio ha iniziato a volteggiare su di me facendomi capire che tra un po’ sarei stato cotto a puntino su quella ‘brace’ così innocente (ho saputo poi che si trattava invece di un Nibbio).

L’idea infine era quella di fermarmi a dormire alla Bergerie u Vaccaghja, dove il tempo si è fermato. Ero pronto a piantare la tenda…ma quando sono entrato e in un gigantesco pentolone sul fuoco, ho visto cuocere un grandissimo pezzo di carne che sarebbe poi divenuto la mia cena, non ce l’ho fatta ed ho proseguito sino al Rif. Manganu, da cui sto scrivendo e sto lottando con le formiche che entrano in tenda.

Domani ancora una tappa di ‘trasferimento’ verso le salite finali del GR20Nord. Partirò nuovamente all’alba (scansando un po’ di calura) per poi riposare nel pomeriggio. Mi aspetta la Bocca alle Porte uno tra i punti più alti della Randonnee’ dove vorrei provare a veder sorgere il sole.

PS. Io e Mary-Anne da ieri non andiamo più d’accordo.

20 giugno 2023 / eporex

Cirque de la solitude

Con la chiusura del tratto denominato Cirque de la solitude, pensavo che il GR20 avesse perso il suo tratto più iconico. La tappa di oggi, che lo sostituisce, tuttavia è stata una degnissima sostituta!

Partito da Arcu Stagnu, il sentiero dapprima in piano sotto i bellissimi pini loricato (u lariciu in corso) ha iniziato a salire deciso su placche e risalti di roccia con passaggi di I e II grado, solo in alcuni tratti assicurati da catene. La neve ancora presente ha reso la salita ancor più divertente ed emozionante in uno scenario assolutamente selvaggio. Tappa quindi alpinistica sino in vetta al monte Cinto (mt 2706 la vetta più alta della Corsica). Dalla vetta, vedere il mare e i monti innevati, in un contesto selvaggio, è stato davvero emozionante. Solo la consapevolezza che da lì a poco il caldo sarebbe diventato protagonista nella discesa, proprio del versante sud, mi ha scosso ed obbligato ad abbandonare un luogo così ameno e così unico.

Sin qui ho tralasciato di scrivere che in questi giorni ho fatto la conoscenza di altri due ‘solitari’: un giovane e simpatico bresciano e di un poliglotta olandese (soprannominato in patria l’olandese volante, è un caso o tutto torna!?!), che parla l’italiano meglio del sottoscritto. Il gruppo ha assunto la regola, che permetterà di restare ‘solitari’ e liberi, ma nello stesso tempo di creare una ‘relazione’: ognuno seguirà i suoi tempi ed il suo passo, ci si incontrerà sul sentiero, se il fato lo vorrà, ma ci si ritroverà sicuramente a bere una birra ed a passare la serata insieme al punto tappa concordato. Bella storia.

La giornata si conclude alla Bergerie u Vallone scelta perché circondata da pozze naturali di acqua limpida. Il miglior modo di togliere calore al corpo esternamente, perché all’interno ci pensa la birra fresca!

20 giugno 2023 / eporex

Devo ricordarmi di essere in Corsica e non nelle Dolomiti

La scorsa notte ho dormito molto bene, la temperatura notturna è stata ottima (o forse ho patito meno il caldo il giorno prima). Venendo anche al cibo, sono tre giorni che alle Bergeries si mangia sempre la stessa cosa (menu fisso per i bivouacs): pasta (scotta) con pezzi di spezzatino. Questa sera devo trovare qualche altra soluzione perché solo a pensarci mi si chiude lo stomaco.

Per quanto concerne la solitudine, mi sembra quasi difficile trovarla. Se escludo alcuni tratti di percorso in cui riesco a trovarmi solo (escludendo chi incrocio nel senso opposto), nelle pause, nelle bergeries, nei bivouac, c’è sempre molta gente, un po’ da tutto il mondo. Tuttavia, tranne i miei due compagni acquisiti (con i quali condivido anche con loro tratti di percorso), in questi 4 giorni non ho trovato nessun altro italiano. Domani sento l’esigenza di provare a cercare più solitudine, vedrò che ‘strategia’ usare.

Venendo brevemente alla tappa di oggi, ogni mattina mi sveglio dimenticandomi di essere in Corsica. Questo comporta che parto molto rilassato scordando che alle 09.00 arriverà il caldo da spiaggia e che le Boccu (Bocca-Forcella) prevista oggi nella tappa sarà, come sempre, un canalone ‘sgaruppato’ il cui sentiero lo salirà sempre nella sua massima pendenza. Oggi però dalla mia ho calcolato che potrò buttarmi sulle ‘piscine’ naturali del torrente, che seguirò in discesa, per raffreddare in un attimo il corpo.

(Peccato che questi giochini per combattere il caldo con il freddo ‘molto rapidamente’ mi ha causato la diarrea…).

18 giugno 2023 / eporex

Uno, due e tre: GR20

Sono le 7.20 quando parto da Calenzana. Di già si fa sentire il caldo e questa sarà proprio la caratteristica principale di questa tappa che sostanzialmente è stata di avvicinamento. Paesaggi belli ma non insoliti. Qualche passaggio esposto dove nelle Dolomiti ci sarebbe stata una corda ma nulla più. Alle 12.00 sono alla Bergerie Ortu di u Piobbu. Come immaginavo (e speravo) i tempi dichiarati sono tarati su un escursionista e non per un ‘dolomitista’. Averlo verificato mi serve per confermarmi e confortarmi che, causa dei giorni stretti di ferie, la successiva tappa posso concatenarla con la terza (sarebbero 11h55’ ma con la verifica di oggi dovrei risparmiare un paio d’ore).

Dalla Bergerie Ortu di u Piobbu parto alle 5.30. Nella notte ho sofferto il freddo (probabilmente più per l’accumulo del caldo preso il giorno prima che per la temperatura notturna). Mary-Anne è sempre silenziosa ma la sua presenza è sempre più di peso e purtroppo irrinunciabile (visto che sono aumentate anche le riserve d’acqua che dice di portare lei per me … ?!?). Il paesaggio si fa subito bello, aspro e ripido molto simile ai Lagorai. Col fresco salgo facile e sereno, ma già alle 09.00 il sole comincia a pungere. Il percorso sale senza mollare un attimo e quando sembra di essere arrivato alla cresta, questa, è talmente frastagliata che diviene un continuo ed estenuante sali scendi su tratti anche tecnici e sempre molto ripidi. Finalmente, raggiunta Bocca Innuminata è tutta discesa. Caldo, sole, acqua finita ma la bergerie Carrozzu è vicina. Emozionante ed avvincente ‘seconda tappa’.

Pausa ristoratrice, rifornimento e via sulla ‘terza tappa’ subito ed ancora in salita ripida su una valle molto selvaggia, con placche di granito e porfido battute dal sole dove siamo salsicce in graticola. La valle ha un torrente che la incide con bellissime pozze di acqua fresca e trasparente ma troppo in basso per valutare un bagno ristoratrice, procrastino a pozze che nelle prossime tappe dovrebbero essere più accessibili. La salita resta sempre ostica ma con la giusta gestione mi posa a Bocca Stagnu da dove una discesa su blocchi rocciosi, salti e paretine mi depone rapidamente ad Ascu Stagnu. Sono state 9h faticose ma molto belle e remunerative. Finalmente la Corsica che mi aspettavo!!!